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An oak tree

Di: Tim Crouch
Diretto da:
Tim Crouch, Karl James, A. Smith
Cast: Randy Harrison, Abraham, Reed Birney, Charles Busch, Michael Cullen, Lucas Caleb Rooney, James Urbaniak, F. Murray, Tim Crouch.
Dove: Barrow Street theatre -New York
Quando: 27 Ott. 2006 / 14 Gen. 2007
Opening: 4 Novembre 2006
Fonte: Del Teatro, Teatrant


L'albero della quercia, presa, si direbbe, a emblema della natura, panteisticamente sofferente e testimone di eventi che le succedono accanto fino a trasformarsi, per chi ricorda, in ciò che rimane, che resta di un corpo di adolescente messo sotto da una macchina.

Ma sarà poi così? La domanda è quasi d'obbligo visto che siamo su di un palcoscenico, luogo d'esibizione di un nipotino di Copperfield, un padreterno mefistofelico che compie i suoi riti di ipnosi su di un pubblico disponibile. Dunque uno abituato a misurarsi con l'impossibile, con la credulità, con la finzione. A ben guardare, dunque, questo testo un po' criptico, strutturato come un giallo psicologico, che ci lascia con un pugno di mosche, mette in scena l'idea stessa di un teatro che si confonde con la vita nel momento stesso in cui, trionfa la finzione. Così non è tanto importante sapere se è poi vero che quella specie di dj infernale che orchestra le storie e le attese degli spettatori sia il vero responsabile della morte della fanciulla investita da una macchina su di una strada e che sia proprio questo esperimento da artefice magico il mezzo che gli permette di confessarlo al padre di lei.

"An oak tree" è uno spettacolo per due attori, di cui uno non deve conoscere il testo e verrà informato solo poco prima di andare in scena su quello che dovrà fare che è essenzialmente seguire le indicazioni comunicatogli dall'altro attore senza improvvisare. La storia è forte, emozionante e anche cinica a momenti, ma non è questo l'importante, perché ad un certo punto diventerà così ingarbugliata, metateatrale che non sarà più possibile seguirla attraverso un filo logico, tutte le soluzioni e i personaggi saranno possibili e la storia si svela per quello che è: un pretesto per svelare un meccanismo. Un meccanismo che permette all'attore-attrice ignaro, di deresponsabilizzarsi da preoccupazioni di recitazione, lasciandosi vivere letteralmente da quello che accade in scena, un po' come nella vita. Mentre l'attore-ipnotizzatore, quello che guida, può improvvisare sulle diverse reazioni a seconda di chi interpreta quel ruolo quella sera, destabilizzando il pubblico nell'impossibilità di capire quale siano i confini tra realtà e finzione, personaggio-attore, spazio temporale-storia, testo-improvvisazione e mettendo in discussione la loro stessa definizione.
"An oak tree" è una meravigliosa matrioska magica fatta di convenzioni che appena ne apri una, quella prima scompare e intanto che questo gioco/congegno va avanti, come per un altro incanto compaiono le emozioni e i sentimenti filtrati e depurati da qualsiasi intenzione o sovrastruttura. E di cui il pubblico può godere.




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Redatta da Marcy