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NUNN ON ONE: TEATRO La vita è un 'Cabaret' per Randy Harrison

Mercoledì, 10 febbraio 2016

di: Jerry Nunn
Fonte: windycitymediagroup.com
Tradotto da: Klaudia62
Redatto da: Marcy

L’attore Randy Harrison forse sarà sempre ricordato come lo sbarbatello Justin Taylor nello show Queer as Folk della Showtime. Ha recitato quella parte per cinque stagioni, che lo hanno portato ad essere riconosciuto a livello internazionale.

Molti probabilmente non sanno della fiorente carriera teatrale che egli ha costruito nel corso degli anni, partecipando alle produzioni di Wicked e Amadeus, tra molte altre.

Harrison questo mese conduce il tour nazionale della versione di Cabaret che ha vinto un Tony Award. Ambientata nel Kit Kat Klub di Berlino, questa produzione, che la Roundabout Theatre Company presenta, ha proprio Harrison ad interpretare ogni sera il maestro di cerimonie (emcee).

Windy City Times ha chiamato Harrison mentre era sulla strada per sentire di più.

WCT: Ciao, Randy. Il tuo curriculum è ricco di lavori teatrali.
RH: E 'principalmente quello che ho fatto. Ovviamente, sono conosciuto più per la televisione, perché la gente la guarda molto.

WCT: Prima di tutto, come sei arrivato a Queer as Folk?
RH: Mi ero appena laureato [al Cincinnati College-Conservatory of Music]. Ho fatto l'audizione. Sapevo dello show a causa della versione britannica. Conoscevo il ruolo e sapevo che potevo farlo. Mi hanno registrato su nastro. Mi hanno fatto volare a Los Angeles per due differenti provini e poi mi hanno preso.

WCT: Quanti anni avevi quando sei arrivato nello show?
RH: Avevo 22 anni quando ho iniziato. L'ho fatto dai 22 ai 27 anni.

WCT: C'era un mix notevole di attori gay e etero in Queer as Folk.
RH: Sì , Peter Paige, Robert Gant ed io eravamo dichiarati, ma tutti gli altri attori protagonisti erano etero.

WCT: Ci sarà una riunione?
RH: Non lo so. Ci riuniamo periodicamente per Convention o eventi di questo tipo. C'è una grande fanbase in tutto il mondo. Noi saremmo anche aperti all’idea, ma non so se c'è un mercato per girare altro materiale. La prima volta che ci siamo riuniti è stato a Colonia cinque anni fa con Sharon Gless e tutti. Faremo anche altri eventi insieme a seconda della richiesta.

WCT: Ci sono state molte scene di nudo nei ruoli che hai interpretato, come in Equus e Queer as Folk. Hai mai avuto problemi al riguardo?
RH: No, ma dipende da quello che è. Equus era un ruolo che avevo sempre voluto interpretare così non ci ho pensato troppo su.
Mi rendo conto che le scene di nudo in Queer as Folk sono via via diventate più grafiche man mano che lo spettacolo procedeva. Inizialmente, ho pensato che la sessualità fosse una parte molto importante dello show, perché aveva bisogno di essere in televisione e la gente aveva bisogno di vederla. Continuando lo show, ci siamo sentiti come se lo avessimo fatto un milione di volte.
Dipende molto. Se sento di essere sfruttato o se sento che è una completa oggettivazione senza significato politico o sociale, allora mi irrito e non voglio farlo.

WCT: Questa versione di Cabaret è collegata a Sam Mendes e Rob Marshall?
RH: Sì, è la loro produzione. Sam Mendes aveva fatto un revival nei primi anni ’90, che non era del tutto simile a questa produzione, al Donmar Warehouse e Alan Cumming vi recitava. Todd Haimes, che è il direttore artistico del Roundabout Theatre Company, voleva portarlo a New York, ma Sam Mendes lo avrebbe fatto solo se avesse trovato uno spazio simile ad un cabaret, quindi ci sono voluti un paio di anni. Poi è arrivato Rob Marshall come co-direttore e coreografo. Hanno aperto all’Henry Miller Theater, poi si sono trasferiti allo Studio 54. Questa produzione è stata la vera rinascita dello Studio 54.

Sotto il profilo tematico è stata ridotta e ingrandita allo stesso tempo. Credo che la grande idea che Sam ha avuto è che nella produzione originale c’era uno spettacolo che all’interno ha un cabaret, ma lui voleva che tutta questa cosa avvenisse all’interno del cabaret. Tutte le scene avvengono nel cabaret in una certa misura.

WCT: Avevi visto Cabaret in precedenza?
RH: L'ho visto tre volte tra il 1999 e il 2004. L'ho visto due volte con Alan e una volta con John Stamos, verso la fine. E 'davvero una grande produzione e sono felice di farne parte.

ACT: Hai fatto molto allenamento dato che stai a torso nudo così tanto tempo?
RH: Sì, ho perso 8 chili. Volevo essere un poco più muscoloso. Il personaggio è un eroinomane, non è sempre ovvio, ma penso che funziona meglio se si è fisicamente più snelli. Io non sono ancora magro come vorrei, ma non posso fare più di tanto.

WCT: Stai lontano dalla pizza di Chicago mentre siete qui ...
RH: Lo farò, anche se ho appena mangiato delle strane crepes in un diner di Pittsburgh. Questa cosa deve smettere subito!

WCT: Com'è lavorare con Andrea Goss, che interpreta di Sally Bowles?
RH: E' sorprendente. Quando lo spettacolo è stato ripreso recentemente lo scorso anno, lei ha interpretato Sally ed è andata alla grande. E 'stata la sostituta di Michelle Williams, Emma Stone e Sienna Miller. Lo ha fatto per tipo 40 o 50 volte quindi conosce lo spettacolo davvero bene. E’ un’artista talmente brava che quasi mi spezza il cuore. Sono in grado di guardare la scena finale da dietro le quinte ogni notte ed è proprio straziante.

WCT: Sei mai stato a Chicago prima?
RH: Una volta. Quando ero lì sono andato ad uno spettacolo al Second City ed era Paradigm Lost, con Amy Poehler e Rachel Dratch. E’ stato nel 1997, quindi è passato un poco di tempo.

WCT: Sei ancora nella serie TV Mr. Robot?
RH: Sì, sono apparso in due episodi e vogliono che partecipi ancora. Dipenderà da come lavoro quando sono in tour. Penso che gireranno mentre sono in tour così dovrò prendere un paio di giorni di pausa per poi tornare. Sono orgoglioso di far parte di quello show. Penso che sia incredibile!


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